giovedì 23 giugno 2011

Verifica usura skin on frame


Questa mattina ho deciso di fare un controllo minuzioso su Gemma ,lo skin on frame che Giorgio ha usato per il viaggio in Sardegna (Arbatax-Olbia) di 102 miglia.









Dopo aver rinunciato per motivi di famiglia a questo viaggio, che avrebbe dovuto verificare la bontà di un progetto come il baidarka two hole, Giorgio ,rimasto solo ha voluto ugualmente decidere di affrontare l’esperienza di navigazione con uno skin on frame
La scelta è cascata su Gemma,probabilmente l’unico kayak di quelli da me costruiti,più adatto alla navigazione e al campeggio nautico di più giorni.
Chiaramente ci sono state sia verifiche che problemi da risolvere, adattare per esempio lo scafo costruito per le mie misure a Giorgio , attrezzare il ponte di coperta per la navigazione,decidere come inserire le sacche stagne o dove inserirle, insomma una serie di incognite,che si sono dovute affrontate,nel giro di poche ore,perché questa decisione forse un po’ folle, è stata presa all’ultimo momento.
Evviva gli audaci.
La cosa che mi sono premesso è stata quella di dare una valutazione assolutamente obiettiva dello stato del kayak dopo un uso sufficientemente impegnativo,così come la raccomandazione per Giorgio di usare il kayak senza nessun riguardo.
Gemma è stato costruito a Marzo del 2008, ed è una mia interpretazione di come concepisco lo skin on frame.
Ho costruito svariate repliche storiche di kayak groenlandesi,sicuramente affascinanti ed emozionanti ,ma poco fruibili,per quello che intendo deve essere un kayak da mare.
All’atto del viaggio il kayak non presentava problema di nessun genere,ne di rivestimento ne di telaio.
Con enorme meraviglia ,constato che il kayak è assolutamente identico a prima della partenza,a parte l’essere diventato molto sporco,sotto la chiglia non ci sono ne segni di usura ,ne di sfregamento.









sotto la chiglia non si evidenziano segni di usura







L’idea di inserire dei rinforzi di rovere a prua come a poppa ha funzionato.
Anche il telaio,che viene consolidato con semplici legature e spine di legno ha tenuto benissimo, a riprova della validità del sistema ,dove l’energia di




nel telaio le legatura hanno tenuto benissimo







spinta,viene scaricata,ed assorbita, dalla flessibilità combinata dal telaio che si comporta come un cesto di vimini,e dal rivestimento di tela, che consolida l’insieme,ma crea anche una sorta di variazione progressiva di assorbimento d’urto.

giovedì 16 giugno 2011

Da Arbatax a Olbia in skin on frame


Cliccare sulla foto per entrare nell'album dell'intero viaggio



Il viaggio Arbatax olbia si è concluso.

Ieri pomeriggio Alberto mi ha riconsegnato lo skin on frame,che Giorgio ha usato e testato per l’intero percorso,esattamente 102 miglia.
Che dire il kayak l’ho trovato in splendila forma ,nonostante avessi detto a Giorgio di non usare nessun riguardo a proposito, anzi di strapazzarlo a dovere per mettere in evidenza eventuali limiti di uno scafo costruito, così come veniva costruito 3000 anni fa.
A breve Giorgio scriverà le sue valutazione obiettive di questa esperienza, denunciando i pregi e difetti,di questo modo così antico di andare per mare.
Da parte mia c’è l’enorme soddisfazione e la profonda convinzione ,che queste barche,non sono oggetti da museo,o da divertimento per il rolling,ma vere imbarcazioni da navigazioni, che possono competere ,se non addirittura essere più efficaci ed efficienti di kayak moderni.

martedì 14 giugno 2011

Un viaggio mancato


Sono sul depresso,in questo momento mi sarei dovuto trovare, a Tavolara in Sardegna per compiere l’ultimo tratto del viaggio : Arbatax – Golgo aranci con il mio baidarka two hole,insieme a Giorgio Perrotta e Alberto Ruggeri;loro sono la,oramai al termine del viaggio, che avevamo stabilito di compiere in nove giorni,ma che in realtà ne sono stati sufficienti sei.






Avevo preparato tutto nei minimi dettagli,tale da farmi rinunciare anche a Bibione,purtroppo Nada si è bloccata con un problema al suo ginocchio.ed è saltato tutto,la cosa positiva è che Giorgio,testardamente ha voluto comunque affrontare il viaggio sempre con un kayak tradizionale,un greenland kayak preparato in quattro e quattrotto,che comunque ha dato delle risposte inaspettate ,sia per il tipo di viaggio in cui è stato sottoposto che per le qualità marine che ha mostrato,e pur sempre un contentino.