Tempo fa
Giorgio mi confidò 'intenzione di voler progettare un carrellino porta-kayak
ammortizzato. Questo, perché lui come per molti kayakers nei trasferimenti, via
terra, con l'imbarcazione a pieno carico, o anche nell'imbarco sulle navi
traghetto, gestire la conduzione del kayak rappresenta un problema, se non un
dramma per alcuni.
Ottima l'idea,
forse un po'audace a pensarla, ma.... Costruisco carrellini per kayak da oltre
15 anni l'idea di fare un carrellino che
scaricasse l'energia di compressione dovuta agli avvallamenti, alle buche o
quant'altro, c'è sempre stata, però per fare una cosa giusta, bisogna avere
l'idea giusta.
Purtroppo i vincoli
progettuali di un carrellino dotato di sospensioni sono legati al peso, alla
dimensione, alla facilità di montaggio, non ultima possibilità di stivarlo nei
gavoni del kayak, senza se e, senza ma.
Oggi ho
visto e usato dinamicamente il prototipo del carrello di Giorgio, veramente
sorprendente il suo funzionamento; come anche le dimensioni e la facilità con
cui si smonta per stivarlo nel kayak.
La cosa che
colpisce del carrello è che nonostante ci sia un assale unico di collegamento del
sistema ammortizzante, le bielle lavorano a bracci indipendenti.
Certamente,
almeno credo, la difficoltà sia stata quella di mettere a punto tutto il gruppo
ammortizzante, cercando gli angoli giusti delle biellette, ma anche agendo sul
giusto precarico delle molle.
Che dire....
alzo le mani .
Piero
Nichilo
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