mercoledì 16 novembre 2011

Come controllare il fenomeno della cavitazione nella pagaia groenlandese






I motivi per cui la pagaia groenlandese cavita sono essenzialmente due: Il primo è legato alla sua fisicità, alla sua lunghezza e in misura minore alla sua forma e la seconda, “come” viene utilizzata.
Possiamo poi aggiungere che le due cause riescono ad avere un’influenza reciproca, ciò vuol dire che un certo tipo di pagaia entra più facilmente in cavitazione con un certo stile di utilizzo e viceversa.
Una premessa, per cavitazione si intende quel fenomeno per cui dell’aria viene risucchiata in maniera turbolenta da un corpo che si muove con relativa velocità immerso in un liquido, il fenomeno diminuisce aumentando la profondità dell’azione, fino all’annullamento. Quindi per fare un esempio un’elica può cavitare vicino alla superficie dell’acqua dove riesce a risucchiare aria, non cavita in profondità.
Il fenomeno aumenta con l’aumentare della velocità relativa del corpo immerso rispetto al liquido.
Quindi facendo il solito esempio un elica che gira lentamente non ce la farà a trascinare dell’aria sotto l’acqua, diversamente dalla stessa che gira velocemente. Idem con la pagaia che utilizzata lentamente non cavità, diversamente da quando viene utilizzata con forza e quindi con velocità relativa della stessa rispetto all’acqua.
Veniamo alla nostra pagaia che cavita parlando dei primi motivi per cui questo fenomeno si presenta, quindi delle sue caratteristiche di forma.
In primo luogo la sua lunghezza, la pagaia groenlandese è molto lunga, ciò provoca una velocità periferica proporzionalmente elevata, ovviamente in particolar modo alla sua estremità.
Fenomeno evidente quando iniziamo a pagaiare da fermi, magari con forza (succede ugualmente anche con la pagaia moderna).
Con l’aumentare della velocità del kayak e il diminuire della velocità relativa della pala immersa rispetto all’acqua che consideriamo ferma, il fenomeno della cavitazione diminuisce, (più rapidamente con la più corta pagaia moderna) fino a sparire del tutto o quasi.
Quasi, perché di solito alla sua estremità rimarrà quella trecciolina filiforme di bollicine come residuo della cavitazione.
Tutti noi che utilizziamo la groenlandese poi abbiamo notato che a parità di lunghezza comunque alcune pagaie risultano più soggette al fenomeno della cavitazione, quindi la sua forma, i suoi volumi ma soprattutto il grado di rotondità dei suoi bordi influenzano l’insorgere del fenomeno.
Qui entriamo in pieno nelle capacità, nell’esperienza e conoscenza dell’artigiano che le costruisce, di pagaie groenlandesi ce ne sono di scarse e di ottime, quindi che cavitano particolarmente o no.
Anche se apparentemente simili, il loro comportamento varia di molto e chi è bravo a farle fa la differenza!
La seconda motivazione del fenomeno della cavitazione della pagaia, è legato allo stile di pagaiata e all’esperienza di chi la utilizza.
Questo tipo di pagaia per il fatto che è lunga va utilizzata il più orizzontalmente possibile, quindi il più vicino possibile alla superficie dell’acqua, direi relativamente lontano dallo scafo.
In questo modo chi la conosce ne apprezza le sue intrinseche qualità, che non sto qui ad elencare, ma allo stesso tempo, tenerla così vicino alla superficie dell’acqua la rende soggetta al fenomeno della cavitazione.
A questo punto entra in gioco il corretto utilizzo della stessa e l’esperienza, chi la utilizza correttamente sa che la passata in acqua dovrà essere con l’inclinazione della pala negativa.
L’inclinazione negativa della pala, oltre a migliorare l’ingresso e l’estrazione, provoca un importante effetto di “deportanza”, quindi un aumento di pressione sopra la pala immersa, subendo una forza che cercherà di spingerla verso il fondo. Contrastando l’affondamento della stessa e allo stesso tempo regolando l’incidenza negativa, la pala lavorerà sotto uno strato di acqua con un’aumentata pressione, proprio questo, oltre a migliorare sensibilmente la spinta che consente di minimizzare il fenomeno della cavitazione.
Giorgio Perrotta

1 commento:

  1. Sarebbe interessante avere una documentazione video. Molto affascinante.

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