venerdì 22 ottobre 2010

Felice di essere un motociclista


Una volta, qualche anno fa, il papà di uno di noi
che ora non c'è più, il papà di un Angelo
con il n° 24 sul cupolino e nel cuore ci ha definiti così:


"... Mi aveva tanto parlato di voi,
ma a dire il vero non lo avevo mai ascoltato
più di tanto, ma essendo un gran "capoccione"
me li ha voluti far conoscere uno ad uno,
questi ragazzi da abbracciare e baciare come figli
propri, immersi in quelle loro tute di pelle,
con i loro caschi sgargianti, tutti veri DURI!
Gente che su strada non abbassa mai lo sguardo.
Ma provate ad alzare loro quelle visiere scure
da marziani e troverete occhi splendidi,
puliti, gonfi di quelle lacrime vere
in cui puoi annegare ed arrivare fino in fondo
alla loro anima per vedere com'è candida.
Provate poi a togliergli quelle tute
e troverete al loro interno dei bambinoni
innamorati della vita, del week-end
a bistecche e salsicce, ma ancora tanto bisognosi
di un padre o di una madre che li prenda
per mano quando la sorte inizia a giocare duro".
Si dice che
ogni volta che saliamo in sella ai nostri destrieri
insieme a noi salgano pure Angeli e Diavoli.
E' vero! Rappresentano quel dualismo
che rende questo modo di vivere così
denso di emozioni che a volte il cuore pare
voler saltar via dal petto e mettersi a correre,ad urlare.
Diavoli che girano quel polso
in maniera a volte così irrazionale e violenta
che lo schizzo di adrenalina ti arriva
dritto al cervello senza passare dal via,
lasciandoti i tremori per lunghissimi interminabili minuti,
e angeli che portano il volto e la voce
di chi non è più con noi, dei nostri affetti,
delle nostre paure ed esperienze
costruite sulle nostre ossa rotte.
Si, è vero, in moto si muore, capita...
può capitare ad ognuno di noi e ci si fa male,
tanto male, ma quanta vita si trasforma
in ricordi bellissimi, in attimi eterni,
in risate così fragorose da far tornare il sole
anche in un fredda e piovosa giornata di novembre?
Parlate con ognuno di noi
e fatevi raccontare un giro, un aneddoto,
una curva e perdetevi in quello sguardo
che comincia a scintillare, nelle risate,
nel sorriso che, spontaneo,
stira gli angoli del viso e distende la fronte.. .
Parlate con ognuno di noi
e chiedetegli cosa sarebbe di lui
se un giorno dovesse rinunciare a questa passione
e preparatevi a sentire l'urlo del silenzio,
a vedere quello sguardo di bimbo
diventare lo sguardo di un marinaio
costretto a vivere a terra con il mare in vista
o di un pilota che guarda il cielo ancorato a terra.. .
In moto si muore, è vero.......
ma non esiste modo migliore per vivere il tempo che ci è concesso
E se ancora non lo avete capito
beh!, lasciate perdere, non lo capirete mai.
Ma se un domani, andando al mare con la vostra famiglia
automobilisticamente corretta,
dovesse sopraggiungere uno di Noi
e vedeste vostro figlio girarsi di scatto e salutare
sbracciando come un pazzo, rinunciate a capire anche lui.. .
Lui che nella sua incoscienza vede in Noi quella scintilla
che voi non siete stati capaci di scorgere.
E se vedrete il motociclista ricambiare il saluto
beh, non c'è nulla di strano sapete?
Tra Angeli in terra ci si saluta sempre.
Ma questo, chi ha perso le ali, non lo ricorda....... Motociclisti...... strana, meravigliosa gente!

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