martedì 27 luglio 2010

Greenland-Racing Paddle


L’abitudine ed il piacere di utilizzare una pagaia tradizionale groenlandese potrebbe farci dimenticare che questo “attrezzo” funziona perché risponde a principi meccanici e fisici esattamente come le pagaie moderne! Quindi, come con le pagaie moderne, possiamo avere risultati molto diversi variando la forma ed il materiale.
Sappiamo tutti che fra le pagaie moderne, la resa di una pagaia comprata al supermercato a 30 euro non è la stessa di una pagaia in carbonio a cucchiaio utilizzata nelle competizioni. Atleti esperti trovano differenze anche fra le diverse marche di pagaie a cucchiaio, per non parlare delle misure dell’ampiezza e del ricciolo del cucchiaio stesso. In sostanza l’atleta esperto si sceglie la pagaia in base alla sua preparazione, al tipo di competizione, al tipo di scafo e io aggiungerei, al tipo “mare”, visto che parliamo di kayak da mare.
Tornando alle pagaie tradizionali, posso dire con certezza che non abbiamo quasi mai avuto la possibilità di scelta in base alla loro resa ed efficacia effettiva. La loro costruzione artigianale ed il fatto che con gli abbinamenti del legno si ottengono bellissimi oggetti “artistici” ci ha spesso distratto! La pagaia groenlandese è pur sempre una “pagaia”, che può essere funzionale o non, con l’unica differenza rispetto a quelle moderne che, efficace o non efficace …costa sempre tanto!!
La fortuna che ho avuto di provare molte pagaie di costruzione filologica, “ricostruite”, sia per il normale utilizzo, sia solo per studio da Piero Nichilo (PN KAYAK), mi ha consentito nel tempo di poter abbinare forme diverse a comportamenti diversi, evidentemente i loro fruitori, Inuit ed Aleuti ricercavano in base alle loro esigenze, caratteristiche e rese differenti. Una cosa in particolare ha attratto la mia attenzione, alcune pagaie, sono più veloci di altre, oppure alcune possiedono un maggiore appoggio ed altro ancora, ma cosa più importante, che certe caratteristiche, sono antagoniste! Quindi vanno “ricercate” e cosa più importante “dosate” per creare il giusto equilibrio.
A questo punto, carta e penna alla mano mi sono messo a calcolare la cosa, perche tutto ha una rispondenza matematica! Rispolverando quelle poche conoscenze di fluidodinamica e più in particolare di aerodinamica (per via del mio lavoro), ho per così dire “capito”, almeno in parte, cosa praticamente, i nostri predecessori applicavano quando costruivano un determinato tipo di pagaia piuttosto che un altro. Concetti che con Piero ci siamo spesso scambiati e preso “forma”. Idem quando gli ho proposto la costruzione di una pagaia specifica per competere, o per lo meno, recuperare quel gap d’efficienza di cui soffrono le pagaie groenlandesi se usate al massimo della spinta cioè in gara.
Questa nuova pagaia da disegno è diventata realtà, Piero Nichilo ha dato forma all’idea ed il prototipo è stato già utilizzato e testato! Tolto un lieve difettuccio, la pagaia è troppo rigida (ma verranno cambiati gli abbinamenti dei legni per recuperare elasticità), strumenti alla mano, si recuperano con un vecchio kayak da mare da quasi trenta chili, circa 0,4-0,6 Km/h con un 20-30 % di frequenza colpi in meno. Ovviamente, per spingerla al suo limite la preparazione atletica ritengo sia importante (qui io sono un po’ scarsuccio!!), come è importante abbinarla ad un kayak veloce, … tutto ciò esattamente come con la pagaia a cucchiaio!
Giorgio Perrotta

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